
Hai mai sentito qualcosa di simile?
Quando hai un@ figli@ ti confronti con una nuova identità: essere madre di qualcun@. E’ come se non ci fossi più solo tu.
Può essere una sensazione di fondo meravigliosa: c’è una nuova creatura da scoprire e crescere, che entra nella tua vita e la stravolge con le sue necessità e il suo modo di guardare il mondo. Ma in alcuni momenti o periodi, potrà sembrarti una sensazione molto pesante e toglierti ossigeno, come se non fossi più libera e padrona del tuo tempo.
Sentire questo malessere è normale e legittimo; nasce dall’esperienza in sé della maternità, ed è condizionata anche dal contesto socio-culturale in cui si vive e dalle dinamiche familiari; non dipende da te, non sei sbagliata. Ciò che dipende da te è invece la possibilità di scegliere di trasformare un disagio in uno stimolo a cambiare.
Quando ti prepari alla maternità e ti ci confronti, non lasciare la pianificazione di tempi e spazi di cura alla paura dei giudizi altrui, al “si è sempre fatto così”: l’istinto materno e quelle “prerogative naturalmente femminili”, o quelle legate all’aver vissuto gravidanza e parto, non esistono come verità assolute, le donne, le madri, le persone in generale non sono tutte uguali. Mantieni aperti i canali di comunicazione e confronto con il/la tu@ partner o chi si prende cura del@ bambin@ insieme a te, datti la possibilità di rivalutare in corsa gli equilibri che vi siete dat@. Se senti che qualcosa manca o ti sta stretto e provi risentimento, ascoltati: pensa come potrebbero essere diverse le cose e quanto cambiarle ti farebbe sentire meglio.
Impegna le tue forza perché la tua esperienza di maternità si avvicini a ciò che desideri e ti lasci gli spazi di cui hai bisogno, di libertà fisica e mentale. L’identità materna non ti cancella come persona autonoma, esisti ancora: anche da sola, anche slegata dal@ tu@ bambin@.